La nuova legge elettorale in Italia: l’Italicum – Emanuele Rossi

1. Con 334 voti a favore su un totale di 630 deputati, il 4 maggio scorso la Camera dei deputati italiana ha definitivamente approvato la nuova legge elettorale, promulgata il giorno 6 dal Presidente della Repubblica, definita “Italicum” dallo stesso Presidente del Consiglio. La legge va a modificare la legge attualmente vigente (legge n. 270 del 21 dicembre 2005, definita “Porcellum”), gravemente mutilata dalla sentenza della Corte costituzionale all’inizio del 2014 (sentenza n. 1/2014). Dopo quest’ultima sentenza, il mondo politico si è posto l’obiettivo di predisporre una nuova legge, sebbene la decisione della Consulta avesse mantenuto in vita un sistema elettorale comunque utilizzabile.

Quale è stata la logica di fondo che ha ispirato il Governo nel predisporre il testo poi approvato dal Parlamento?Llegeix més »

L’Italia da Napolitano a Mattarella – Marco Olivetti [IT] [CAT]

1. Le prime settimane del 2015 hanno fatto registrare un importante cambiamento politico in Italia: il 14 gennaio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è dimesso ed il 31 gennaio è stato eletto il suo successore, Sergio Mattarella, che martedì 3 febbraio si è insediato al Palazzo del Quirinale come dodicesimo capo dello Stato della storia dell’Italia repubblicana. La vita politica italiana, di solito piuttosto turbolenta, ha gestito questo passaggio dando prova di maturità e di funzionalità: ciò non era affatto scontato, viste le difficoltà che nell’aprile del 2013 avevano segnato le più recenti elezioni presidenziali, nelle quali la mancata elezione dei candidati indicati dal Partito Democratico (il partito che ha la maggioranza relativa nelle due Camere del Parlamento italiano) aveva costretto il Presidente Giorgio Napolitano ad accettare una rielezione alla presidenza della Repubblica che non aveva precedenti nella storia repubblicana e che lo stesso Napolitano aveva più volte escluso nei mesi precedenti.Llegeix més »

El modelo de democracia regional en Italia – Loreto Segura

De Santis, Valeria. La partecipazione democratica nell’ordinamento delle Regioni, Turín: Giappichelli, 2013, 418 p. ISBN 9788834872840*

La literatura sobre participación y democracia no ha parado de aumentar en los últimos años en Italia, pero también en España (últimamente, en España, Gutiérrez, I. (coord.). La democracia indignada. Granada: Comares, 2014). En el caso italiano, aunque hallamos obras anteriores (por ejemplo, Rossi, E. (coord.) Le fonti del diritto nei nuovi Statuti regionali, CEDAM, 2007; Frosini T.E. Forme di governo e partecipazione popolare, Turín: Giappichelli, 2008; Allegretti, U. (coord.) Democrazia partecipativa. Esperienze e prospettive in Italia e in Europa, Florencia: Firenze University Press, 2010; Valastro, A. (coord.) Le regole della democracia partecipativa. Itinerari per la costruzione di un método di governo, Nápoles: Jovene Editore, 2010), queremos centrarnos ahora en la obra de Valeria de Santis, La partecipazione democratica nell’ordinamento delle Regioni, Turín: Giappichelli, 2013.

En el actual momento de especial desencanto ciudadano con la democracia, causado tanto por la profunda crisis económica, como por la crisis política (agravada por la corrupción, la partitocracia, entre otros) –a pesar de que Kelsen a principios del siglo XX ya se refirió a una cierta fatiga del parlamentarismo–, se ha llegado hasta el extremo de que, como señala Guillén López, “la desviación entre teoría y realidad es ya demasiado burda para que la consciencia de una ciudadanía adulta descanse tranquila” (en Gutiérrez, I). El constitucionalismo ha pasado a ser una promesa incumplida (Hannah Arendt, referido por Presno Linera y Guillén López en Gutiérrez, I.). Y lo hemos constatado: esta ciudadanía adulta ha despertado exigiendo respuestas (“No nos representan”, “Lo llaman democracia y no lo es”, etc.).Llegeix més »

La Asamblea Legislativa de la Región del Véneto aprueba la ley sobre convocatoria del referéndum para la independencia – Matteo Nicolini

1. El día 12 de junio de 2014, la Asamblea Legislativa de la Región del Véneto aprobó la Ley regional 16/2014, de 19 de junio, con la que se dictan disposiciones sobre “Convocatoria del referéndum consultivo sobre la independencia del Véneto”.

De acuerdo con lo dispuesto por el art. 123.1 de la Constitución y por el art. 24.1 del Estatuto de autonomía, el presidente de la Región promulgó rápidamente la ley regional. De hecho, en su deliberación del día 12 de junio de 2014, la Asamblea Legislativa declaró “urgente” la ley: de hecho, y en aplicación del art. 24.1 del Estatuto del Véneto, el art. 5 de la Ley regional 16/2014 establece que la misma ley entrará en vigor el día sucesivo a su aprobación por parte de la Asamblea Legislativa. Así las cosas, la Ley regional 16/2014 ha sido promulgada el día 19 de junio de 2014 –es decir, dentro del plazo de diez días desde la promulgación–, y luego publicada en el Boletín Oficial de la Región del Véneto 62/2014, de 24 de junio. Ello consentirá, por un lado, que la ley despliegue sus efectos desde el 25 de junio de 2014 – esto es, a partir del día siguiente a su publicación–; por otro lado, se podrá dar rápida ejecución del procedimiento referendario establecido en los arts. 1.4 y 2 de la Ley regional 16/2014 y, en su caso, la interposición del recurso de inconstitucionalidad por parte del Estado ante la Corte costituzionale (art. 127.2 de la Constitución; 31.2 y 34 de la Ley estatal 87/1953).Llegeix més »

Il Senato delle autonomie nella proposta di riforma della Costituzione italiana presentata dal Governo – Elisabetta Catelani

Il tema delle riforme costituzionali è al centro del dibattito politico da almeno un anno, ossia da quando il Presidente della Repubblica dinanzi ad una crisi politico-istituzionale senza precedenti anche a causa di un risultato elettorale di ingovernabilità (la coalizione di centro-sinistra aveva la maggioranza alla Camera dei Deputati, ma non al Senato a causa di una legge elettorale con premi di maggioranza diversificati per le due Camere), nominò una Commissione di dieci “saggi”, al fine di formulare precise proposte programmatiche sia sugli aspetti economici, che su quelle istituzionali e di riforma costituzionale.

La crisi, superata con la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica (nessun Presidente della Repubblica era mai stato eletto due volte dal 1948 ad oggi) e con la creazione di un governo di “grande” coalizione fra partiti di centro-destra e di centro-sinistra presieduto da Enrico Letta, portò alla successiva nomina della Commissione per le riforme istituzionali (formata da tecnici – per lo più professori universitari di diritto costituzionale, ma anche economisti, storici e politologi), che ha elaborato uno studio e specifiche proposte di riforma di una parte significativa della seconda parte della Costituzione.Llegeix més »